Il contributo di
Maurizio Colombo
Gallieno, addio!
Tra le pochissime cose di cui vado orgoglioso, a parte la mia prestanza fisica e la bellezza fuori dal comune, sono state le mie collaborazioni zagoriane con Gallieno Ferri. Quasi tutte, caso strano scritte a quattro mani. La prima “Anima Nera”, ideata con il mio fratello di penna, Mauro Boselli; la seconda, con Moreno Burattini, “Il segreto di WanderingFitzy”; la terza, con l’esordiente Giorgio Giusfredi, “Il signore dell’isola”. Che dire di un grande come il sommo Gallieno? Per prima cosa era uno dei pochi disegnatori capaci di valorizzare la tua sceneggiatura dandole quel tipico “Ferri’sTouch” in più (tocco che i lettori di Zagor conoscono bene). Inoltre era una persona veramente per bene, gentile, umile e disponibile anche con lo scocciatore più estremo, come, per fare un esempio, il sottoscritto. Come tutti i grandi maestri del disegno, non se la tirava, non ha mai osato nemmeno per un attimo darsi delle arie (mentre oggi qualsiasi giovane che ha pubblicato una schizzetto su un ciclostilato si sente Alex Raymond redivivo), anzi considerava la sua arte come una semplice opera di artigianato ed era prodigo di consigli con tutti gli aspiranti disegnatori. Insomma, se mentre leggevo Zagor da ragazzo mi avessero detto che un giorno avrei scritto proprio per quel disegnatore che tanta paura mi aveva trasmesso con “La casa del terrore” e “Zagor contro il vampiro”, gli avrei consigliato un trattamento sanitario obbligatorio. Mi rendo conto, mentre scrivo queste righe cercando di non fare trapelare la tristezza che mi avvolge, che non lo sentirò più parlare di windsurf e del suo amato Spirito con la Scure.
Probabilmente tu e Sergio (Bonelli) state già lavorando a un nuovo personaggio che farà furore nelle edicole del paradiso. Addio, Gallieno!
Maurizio Colombo