Il contributo di
Federico Rademacher
Nonostante il mio primo incontro con Zagor risalga «solo» a una decina di anni fa anche io, come gli zagoriani della prima ora, ho iniziato con Ferri. Il mio primo albo è stato il numero 500 «Magia indiana», ero rimasto colpito dalla cover. Fra gli altri fumetti esposti nell'edicola catturava lo sguardo questo eroe in piedi immerso in un'ambientazione ricca di fascino, la sua casacca rossa con lo stemma indiano e l'insolita arma che brandiva nella sua mano mi avevano incuriosito. Ancora non lo sapevo ma stavo per conoscere un grande amico di carta, compagno di molte piacevolissime ore e al quale sono debitore di bellissime conoscenze in carne ed ossa. Probabilmente se non ci fosse stata quella copertina e quello strillo «Numero 500 tutto a colori» non mi sarei avvicinato così presto a Zagor, alla fine sono rari i quattordicenni che si avvicinano a questo personaggio senza che qualcuno gli abbia lasciato la passione in eredità.
Ancora non potevo saperlo ma quella copertina, ed anche tutte le tavole di quell'albo, era opera del maestro Gallieno Ferri il creatore grafico del personaggio e l'autore di tutte le sue copertine. Leggendo la storia rimasi conquistato, i disegni erano bellissimi e la parata di cattivi presenti nella storia mi fece venire voglia di iniziare a leggere la serie e recuperare tutti gli arretrati.
In seguito iniziai ad interessarmi a tanti fumetti bonelliani e non e con l'aumentare della passione ho iniziato a girare per le fiere del collezionismo. A una Lucca ho avuto il piacere e l'onore di conoscere Ferri e di stringergli la mano, per me fino a quel momento era stato una leggenda e non ero ancora abbastanza abituato a queste occasioni da ritenere normale l'incontro con un autore. Da Ferri volevo farmi autografare un albo, che avevo dietro nella sua busta protettiva, porgendolo al maestro ricordo che era stupito dalla busta e mi chiese sorridendo di aprirla io, perchè lui non sapeva come fare. Questo piccolo ricordo io lo trovo commovente ancora adesso, quel signore dalle maniere gentili e dal sorriso aperto mi fece una bellissima impressione, ci parlai poco ma la sua carica di umiltà e umanità mi colpì molto profondamente. Ricordo che ero visibilmente emozionato e lo sono anche ora, tanti anni dopo, mentre scrivo queste righe.
Col tempo ho avuto modo di incontrare Ferri altre volte, anche durante vari pranzi organizzati dal forum SCLS, e l'impressione è sempre rimasta quella iniziale. Ricordo ad esempio un raduno a Città di Castello dove il maestro fece omaggio ad ogni forumista presente di una striscia originale disegnata da lui. La mia, tratta da «Il sigillo dell'imperatore», la conservo gelosamente.
Tutto questo ricordare adesso, perché quella grande persona, quel grande artista, non è più tra noi. La notizia della sua morte ci ha raggiunti proprio mentre eravamo radunati ancora una volta a Lucca, proprio dove lo avevo conosciuto. Io voglio credere che lui ne sarebbe stato felice, perchè quella sera era visibile come tante persone, tutte diverse, fossero unite dall'amore per Zagor e da quello per colui che ne era stato l'artista simbolo. Nonostante il dolore credo sia una bellissima consolazione sapere che Ferri vive ancora in tutti noi spiriti zagoriani e nella sua opera.
Come Zagor in «Magia senza tempo» è l'unico predestinato alle armi sacre degli eroi indiani, anche Ferri era il predestinato agli strumenti da disegno. Tanti sono i bravissimi disegnatori dello staff di Zagor, ma solo dalle mani del maestro Ferri l'inchiostro si faceva vivo e Zagor diventava reale.
Gallieno Ferri sempre nei nostri cuori. Lunga vita a Zagor.
Aahhyaakkk!
Federico Rademacher«Thunderman»