Il contributo di
Francesco Pasquali
… e salutami la tua bella famiglia!
Ho conosciuto personalmente Gallieno Ferri nel 2001 ad un pranzo di Cronaca di Topolinia, l’Associazione gestita da Salvatore Taormina.
Poi l’ho rivisto innumerevoli volte e sempre è stato cordiale, disponibile, amicale, direi anche affettuoso nei miei confronti. Una persona speciale, come tutti sanno.
Un ricordo particolare ce l’ho di quella volta che ebbi il coraggio di rivolgermi a lui direttamente scrivendogli una lettera. Ancora non sapevo di quanto Gallieno fosse così gentile con gli appassionati; addirittura telefonò lui a casa mia per rispondermi. Ci mettemmo d’accordo e subito organizzai una trasferta ligure.
Potrete immaginare l’esaltazione di quel giorno per un trentaseienne come me, appassionato di Zagor e di Ferri dall’età di 8-9 anni. Fu un’esperienza indimenticabile, vidi cose che voi umani… (parafrasando un famoso film), insomma la magia di quel luogo dove Zagor veniva disegnato da decenni mi rimarrà sempre dentro. Lo studio di Gallieno, tra l’altro con un panorama mozzafiato sul Golfo Paradiso di Recco, era un luogo clamoroso: il tavolo da lavoro dell’artista, tutte le sue opere negli scaffali, tanti poster alle pareti con i suoi indimenticabili disegni e anche e soprattutto la tranquillità e la semplicità che ispirava quella casa inerpicata sulle terrazze liguri… fantastico!
In quell’occasione vidi una tavola che poi avrebbe fatto da copertina al volume Zagortenayde (foto) e, in un certo senso, tutta l’esperienza di SCLS Magazine sotto la mia direzione ebbe inizio lì.
Sì, perché quel disegno meritava di avere una sua collocazione definitiva e quando, durante il 2011, pubblicammo il nostro volume e io lo potei consegnare a Ferri il cerchio si chiuse (foto).
Insomma questo è solo uno degli episodi che mi lega a Gallieno e al suo modo di essere semplice e affabile con tutti i suoi innumerevoli ammiratori.
Da quella volta periodicamente ho telefonato al Maestro per salutarlo, fargli gli auguri (anche lui immancabilmente mi spediva un biglietto a Natale) o per dargli appuntamento alla prossima mostra. Nel frattempo Gallieno aveva conosciuto tutta la mia famiglia e mi chiedeva sempre di loro durante quelle telefonate. Uno dei tanti esempi per far capire che persona fosse, quale apertura verso il prossimo e quale bontà d’animo lo animasse è quello dell’ultima volta che l’ho sentito per il suo 87^ compleanno, pochi giorni prima che ci lasciasse. Anche allora, sebbene le sue condizioni di salute non fossero ottimali e avrebbe avuto fondati motivi per mandarmi a quel paese, Gallieno ha pensato a noi e mi ha detto come sempre:
“... e salutami la tua bella famiglia”.