Il contributo di
Mauro Boselli
Ogni autore crea personaggi a sua somiglianza: se Flaubert era Madame Bovary (non ho mai capito come, ma non voglio saperlo) e Tiziano Sclavi i Mostri (questo lo capisco bene, ma preferisco non pensarci), Gianluigi Bonelli era spavaldo e deciso come Tex, mentre suo figlio Sergio era critico, pensoso e antieroico come Mister No.
E Zagor? L’irruenza giovanile, la prestanza fisica e l’idealismo dello Spirito con la Scure devono sì molto al giovane Guido Nolitta, ma sono stati incarnati per svariati decenni dalla figura del suo autore grafico Gallieno Ferri. Non credo di aver mai conosciuto, in un mondo come quello del fumetto che tuttavia non abbonda di presuntuosi e saputelli (qualche eccezione c’è!), una persona così semplice, sincera, diretta e quasi inconsapevole della sua arte. Quella di Ferri sembrava un’arte “naturale”: lo sforzo nel suo tratto lieve e dinamico non si sentiva, quasi che i disegni sgorgassero dalle sue dita come acqua dauna sorgente, esattamente privi di fatica come gli atletici e lievi balzi di Zagor da un ramo all’altro.Nell’elogio che Calvino fece della leggerezza bisognerebbe aggiungere anche i disegni di Zagor a opera di Gallieno Ferri.
Personalmente sono fiero di aver scritto la mia prima storia di Zagor, lo speciale “La Fiamma Nera”, per i disegni di Gallieno e di aver avuto la soddisfazione di fargli realizzare anche delle avventure di Hellingen e Kandrax, due dei più spettacolosi nemici creati dalla coppia Nolitta-Ferri.
Ora che il nostro caro amico e Maestro ha oltrepassato “Il Ponte dell’Arcobaleno” (Il titolo di un’altra storia che ho scritto per lui) e ha raggiunto le celesti praterie di Darkwood, ci mancheranno il suo sorriso, la sua simpatia, ma anche le trenta o quaranta pagine che disegnava ogni mese, per tacere delle copertine!
Ferri era uno della Vecchia Scuola. Per farne uno come lui, ci vogliono cinque o sei fumettari di oggidì, in termini di quantità. Della qualità non parliamone neppure: Gallieno Ferri resterà per sempre inarrivabile.