Il n. 16 (Marzo 2018): Massimo Pesce
Finalmente, per il numero la cui uscitaè coincisa con l’evento di Collezionando 2018, in quel di Lucca, abbiamo voluto dare visibilità a un autore che da anni lavora con grande professionalità e passione sulla testata di Zagor, pur non risultando uno dei disegnatori più inflazionati negli eventi fumettistici (ai quali peraltro molto spesso partecipa in modo autonomo, essendo un vero appassionato e a sua volta grande collezionista di fumetti). Così, essendo riusciti a convincerlo a rilasciare una lunga e approfondita intervista, che ha richiesto non poco impegno data la meticolosità con cui l’interessato segue il rapporto con i lettori e gli appassionati zagoriani, abbiamo ottenuto anche la realizzazione di questa splendida copertina, raffigurante l’affascinante Gambit, protagonista della storia che egli sta disegnando e che comparirà in un prossimo Zagor Color.
Anch’egli nato a Roma, nel 1958, Massimo Pesce ha esordito nel mondo del fumetto iniziando a frequentare il Cartoonstudio e colla-
borando con le riviste “Lanciostory", Skorpio","L'Intrepido" e "Il Monello", nonché per alcune produzioni della casa editrice tedesca Pabel e della ERI; successivamente ha disegnato storie a fumetto per i tascabili erotici della Edifumetto, perle Edizioni Epp e per la Tattilo Editore.
Nel 1993 è entrato in contatto con la Bonelli che, dopo alcune prove su Mister No, gli propose direttamente di lavorare su Zagor. Il disegnatore romano rientrò in quel processo di rinnovamento per cui vennero coinvolti nella testata nuovi disegnatori; faceva infatti parte, insieme a Andreucci, Laurenti e D'Arcangelo, di un gruppetto di disegnatori esterni alla casa editrice (peraltro tutti della capitale) al quale si voleva forse affidare il compito di portare nuova linfa al personaggio. Rispetto al suo arruolamento i tempi di pubblicazione di una sua storia, in relazione a una tempistica di esecuzione forse non velocissima, ma di certo scrupolosa, saranno nel 1997, con la storia La ragazza selvaggia(Zenith 435-436), di Casanova.
Alle sue matite saranno peraltro affidate storie di vari sceneggiatori, ma soprattutto il ritorno della misteriosa e affascinante Shyer, nella storia A volte ritornano (Zenith 600-601), e la costruzione del personaggio di Takeda, il vendicativo samurai che alla fine si trova costretto a combattere fianco a fianco con lo Spirito della Scure, del quale invece aveva giurato di provocare la morte. Dotato di uno stile personalissimo e accattivante, con un grande senso del dinamismo dei personaggi e dell’espressività delle loro azioni, essendo ormai alle prese con la sua decima storia di Zagor (che dovrebbe uscire durante il 2019), Massimo Pesce è di certo diventato un preciso punto di riferimento nello staff dell’eroe dalla casacca rossa; nell’intervista contenuta in questo numero della rivista peraltro egli racconta anche il suo rapporto col personaggio.Inoltre, il suo indiscusso amore per il disegno e la costante voglia di crescere e di impadronirsi sempre al meglio delle diverse tecniche lo inducono anche a un costante e interessante lavoro di sperimentazione, come dimostra anche il disegno affianco, utilizzato per il retro della copertina.